Serena Vecchio
Luna, la mia quiete
Anno 2024
Olio su tela, cm. 64×55
Nella dolce armonia di Luna, la mia quiete Serena Vecchio ci offre un ritratto che è puro incanto: una giovanissima figura femminile abbraccia un soffice gatto bianco, stringendolo al petto con infinita tenerezza. Lo sfondo, grigio e vellutato, avvolge la scena come una parete calda e familiare. Lei ci guarda con occhi grandi e sereni, in cui lo sguardo si perde, accarezzato da sfumature turchesi e silenziose come acque calme. L’abito, dello stesso colore tenue, richiama atmosfere marine, mentre la pettinatura con due piccoli chignon dona un’aria lieve e sognante.
Accoccolato tra le braccia della fanciulla, il gatto sembra totalmente affidato a lei, con una zampina alzata e gli occhi chiusi nel piacere di una carezza. È un momento sospeso, intimo e raccolto, dove il suono del mondo si ritira per lasciare spazio al battito lento di un’emozione semplice e profonda. Tutto nell’opera vibra di pace: la posizione dei corpi, la luce discreta, l’armonia delle forme e la preziosa cornice shabby chic che completa l’opera con eleganza.
Con tocchi minuti e intensi, Serena Vecchio celebra la dolcezza, il legame profondo tra essere umano e animale, e ci regala un piccolo grande frammento di quiete.
Serena Vecchio
Serena Vecchio nasce a Roma nel 1974 e vive attualmente a Pisa, dopo un lungo legame con la Maremma che ha lasciato tracce nella sua sensibilità artistica. Da sempre appassionata di disegno, ha esplorato la pittura a olio, il carboncino, l’acquerello e altre tecniche figurative, coltivando un talento naturale per il ritratto e una speciale attenzione per gli animali.
La sua pittura si distingue per l’eleganza formale, la cura maniacale del dettaglio e soprattutto per la forza espressiva degli occhi, veri protagonisti dei suoi soggetti. Nei volti che dipinge si riflettono emozioni autentiche: speranza, dolcezza, amore, ma anche il mistero dell’interiorità. Serena Vecchio restituisce sulla tela non solo sembianze, ma presenze.
Il suo è un realismo lirico e silenzioso, capace di evocare l’anima nascosta delle cose. Ogni opera è un piccolo teatro dell’emozione, dove la tecnica si fa poesia e lo sguardo dell’artista trasforma il quotidiano in bellezza condivisa.
Maria Teresa Majoli