Massimo Bernardi

The time

Anno 2012

Scultura in materiali di recupero, cm. cm. 50x35x65

Un abbraccio che sopravvive alla carne, si fa silenzio e tenerezza.
Una madre e un figlio uniti oltre il tempo, oltre la materia.
Massimo Bernardi trasforma la Pietà in un’opera intensa e spiazzante, dove sacro e quotidiano, icona e rifiuto, si intrecciano in un linguaggio nuovo e potente.

Non più carne, ma ossa. La sofferenza è già passata, la carne è svanita. Resta l’essenza, lo scheletro,  ciò che è uguale per tutti, la struttura, l’umanità condivisa.

L’opera non solo rappresenta una Pietà, ma è una pietà.
Pietà verso ciò che abbandoniamo, dimentichiamo, distruggiamo. Pietà per il nostro tempo, che spesso perde il senso del sacro nelle cose più semplici.

Bernardi non dissacra, rivela. Porta la spiritualità nel quotidiano, nei materiali poveri, nella cultura popolare. Nei frammenti che raccoglie, c’è un gesto di salvezza: l’arte come atto rigenerante, che restituisce dignità non solo all’uomo, ma anche alla materia.

È un canto sommesso e struggente, che tocca il cuore e ci interroga su cosa significhi davvero custodire, accogliere, perdonare.

Non c’è retorica, non c’è nostalgia.
Solo un gesto d’amore che resiste, anche nella morte.

Un dolore che si fa colore, forma, silenzio ordinato.

Con questa opera, Bernardi non rappresenta: evoca.
Ci ricorda che anche ciò che sembra perduto può ancora parlare.
Che anche le rovine possono essere altari.
Una preghiera laica, un canto fragile e feroce insieme.

Massimo Bernardi

Massimo Bernardi, artista livornese noto per la sua “trash art”, esplora il concetto di scarto non solo come materiale fisico, ma anche come rifiuto sociale di idee e visioni. Attraverso il recupero di oggetti abbandonati, trasforma la percezione di ciò che viene dimenticato, mettendo in discussione valori e stereotipi.

Il suo lavoro non è solo riciclo, ma una rivisitazione critica e personale della realtà. Oggetti di recupero, plastica e materiali vari diventano linguaggio visivo, dove forma, colore e composizione si uniscono per creare opere che parlano all’estetica e alla coscienza.

Maria Teresa Majoli

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