Manuela Balma
Non vedo, non sento, non parlo
Anno 2017
Acrilici su tela, tre tele cm. 30×30
Tre Dolls. Tre colori di fondo. Tre gesti netti che raccontano un’esistenza trattenuta. Occhi coperti da dita tatuate, orecchie invisibili, bocca chiusa in un sorriso che sa di sfida.
Non vedo è la bambola castana, immersa in un fondo verde. Si chiude gli occhi con due mani sulle dita delle quali si legge “dark side”, mentre i tatuaggi – un teschio e piccoli fiori – evocano fragilità e morte, vita e bellezza. Le palpebre tinte di nero, visibili dietro le dita, accentuano il rifiuto o l’impossibilità di vedere.
Non sento è la bionda, su fondo bianco. Ha lo sguardo assente, annoiato. Le palpebre azzurre sono spalancate, ma i segni sui suoi arti – un pesce e un’ancora – suggeriscono silenzi profondi. Il pesce, creatura muta, e l’ancora, che affonda nel silenzio del mare, parlano di un ascolto impossibile o inaccessibile. Un’assenza di suono che diventa simbolo di indifferenza o protezione.
Non parlo è la rossa, sullo sfondo rosso. Le palpebre sono gialle, lo sguardo malizioso. Il cuore fiammeggiante e i fiori che le ornano le braccia dicono di una passione repressa, di parole non dette, trattenute.
Insieme, le tre Dolls compongono un trittico incisivo che, attraverso un’estetica pop e una simbologia stratificata, propone una riflessione profonda sul silenzio e sull’auto-esclusione nella società contemporanea. Gesti semplici che parlano di chi sceglie, o è costretto, a non vedere, non sentire, non parlare. Un racconto muto ma potente sull’incomunicabilità e sull’indifferenza del presente.
Manuela Balma
L’opera di Manuela Balma è emblematica della sua ricerca artistica: la bambola come metafora e satira della società contemporanea.
Attratta fin da giovanissima dal disegno e dalle immagini dei cartoni animati, Manuela ha sviluppato un linguaggio visivo fortemente influenzato dalla pop art e dall’universo dei graffiti. Il suo progetto Dolls nasce dall’esigenza di raccontare le contraddizioni della cultura dell’immagine, utilizzando proprio i simboli e i miti della società dei consumi per metterli in discussione.
Con tratti essenziali, colori vivaci e una chiara impronta fumettistica, le sue bambole mettono in scena storie che oscillano tra ingenuità e provocazione. Dietro l’apparenza giocosa e accattivante, si celano messaggi pungenti e una critica lucida alle ossessioni del presente: bellezza, silenzio, apparenza, conformismo.
Manuela Balma, con il suo stile neo-pop e un gusto marcato per l’ironia, invita a guardare oltre la superficie, a decifrare ciò che è invisibile, nascosto dietro gli occhi grandi e gli sguardi immobili delle sue Dolls.
Maria Teresa Majoli