Gabriella Maria Coppetti

Bagnante

Anno 2015

Olio su tavola, cm. 130×70

In questo dipinto, Gabriella Coppetti ci invita a osservare da un punto di vista inusuale: quello di chi si trova immerso nell’acqua, con lo sguardo rivolto verso una figura che sta risalendo lentamente verso la superficie. La donna è ritratta di spalle, in un momento sospeso e silenzioso. Le braccia tese verso il basso, il corpo proteso verso l’alto, suggeriscono lo slancio del ritorno all’aria, alla luce.

Ma ciò che colpisce è soprattutto il modo in cui l’acqua trasforma la percezione: il volto, già emerso, appare deformato dalla rifrazione; i capelli fluttuano come alghe leggere; i riflessi e i movimenti della superficie scompongono le forme, creando un paesaggio visivo cangiante e astratto. I verdi profondi, i blu intensi, l’eco ovattata del colore evocano la sensazione familiare e straniante del suono filtrato attraverso l’acqua, come se anche l’osservatore fosse immerso e trattenesse il fiato.

L’opera è una rappresentazione mentale di uno stato d’animo: la condizione di chi si estranea dalla realtà per rifugiarsi in uno spazio intimo e sospeso. La piscina non è più solo un luogo fisico, ma una metafora di calma interiore, di ricerca di quiete, di temporanea fuga dal rumore del mondo.

Con la sua pittura figurativa attenta alla psicologia del gesto, Gabriella Coppetti ci accompagna in una visione che è insieme realistica ed evocativa. Ogni riflesso è una soglia, ogni movimento è un pensiero che affiora, ogni vibrazione della luce è un’emozione che prende forma.

Gabriella Maria Coppetti

Nel lavoro di Gabriella Maria Coppetti, la pittura diventa uno strumento di esplorazione psichica e sensoriale. La sua ricerca si fonda su una solida preparazione tecnica, maturata alla Scuola di Comics e all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ma si spinge ben oltre l’aspetto accademico, per indagare gli spazi invisibili dell’identità, della percezione, dell’interiorità.

Attraverso un figurativo fluido e personale, Coppetti affronta temi legati all’alterazione dello sguardo, all’estraniamento, alla trasformazione delle forme. La figura umana, spesso al centro delle sue composizioni, non è mai mera presenza realistica, ma si fa tramite di uno stato emotivo, di un equilibrio sospeso tra consapevolezza e sogno.

La sua pittura non descrive, ma suggerisce. In ogni opera, emerge una tensione tra ciò che è visibile e ciò che si cela sotto la superficie: uno spazio mentale, silenzioso, dove il tempo si dilata e ogni gesto diventa esperienza.

Maria Teresa Majoli

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