Francesco Manenti
Anche le mosche non conoscono la scienza
Anno 2024
Olio su tela, cm. 25×25
Nulla di più essenziale, nulla di più eloquente: una lampadina accesa pende dal soffitto, sola, circondata da un chiaroscuro drammatico, e su di essa una mosca, piccola, testarda, viva, o forse già morta. Non si brucia? Non teme il calore? Lo ignora? Lo sfida? Quante domande suscita questo minuscolo insetto che sfiora la luce, come attratto da un’ignota legge di natura.
Francesco Manenti trasforma una scena semplice in un’allegoria tragica e profonda. La sua pittura, fatta di sospensione e silenzio, evoca molto più di quanto mostra. La mosca diventa simbolo dell’inconsapevolezza, dell’istinto cieco, dell’errore che si compie per pura attrazione, ma anche dell’innocenza, della nostra vulnerabilità.
In questa tela piccola ma intensa, la luce non consola: è destino, forse fine. E la mosca è ciò che di più umano possiamo incontrare, in quel piccolo essere che resiste, ignora, e continua a stare dove non dovrebbe.
Francesco Manenti
Francesco Manenti è nato a Carpi nel 1974 e vive a Modena. Pittore, illustratore, performer, è attivo anche nel teatro e nel circo contemporaneo. Autodidatta per scelta e per natura, ha sviluppato un linguaggio pittorico personale, fatto di empatia visiva e di tensione poetica. Le sue opere non cercano di descrivere: suggeriscono. Le forme, sfumate e sospese, sembrano presenze interiori che emergono dallo sfondo come richieste di attenzione.
Anche quando dipinge animali, oggetti o situazioni apparentemente semplici, Manenti non racconta il visibile, ma ciò che si agita dentro: paure, tensioni, bisogni inespressi. Le sue figure chiedono silenzio, rispetto, ascolto. Così è anche per la mosca che sfida la luce: fragile, incerta, carica di un’umanità struggente e invisibile.
Maria Teresa Majoli