Marialucia Ciracì

Arte reclusa

Anno 2020

Acrilico su tela, cm. 60×90

Quando ho dipinto quest’opera, “Arte reclusa”, sono stata spinta unicamente dal mio stato d’animo. Non avrei mai immaginato che sarebbe divenuta così attuale, nella situazione che oggi tutto il mondo artistico sta attraversando, a causa della pandemia.

La nuvola che fluttua sulla sedia, gonfia e mossa come da un tumulto interiore, messo in risalto dai colori, sembra protendersi verso la finestra chiusa e rappresenta me stessa.

La carta da parati è invecchiata dal tempo. Anche i segni che vi sono rappresentati paiono protendersi verso il fuori. Sono figure simboliche e traggono origine dal principio di Archimede:

“ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta  dal basso verso l’alto uguale per intensità al peso del fluido spostato, ovvero la spinta in basso è pari a quella che spinge in alto”

Da questo simbolo, ho iniziato a creare una nuova collezione che si chiamerà ” Lobo “

La sedia blu è un altro elemento centrale dell’opera. Mi ricorda una sedia simile che apparteneva a mia nonna, e mi riconduce all’ infanzia.

Dalla finestra giunge una luce strana, attentamente voluta. E’ indefinita: non ci riesce a capire quale sia l’ ora del giorno, poiché il tempo rimane un’ incognita. Non sappiamo quando la finestra si aprirà.”

Marialucia Ciraci, nata a Milano, vive fin da bambina in Puglia, a Ceglie Messapica.

Si è formata frequentando l’Istituto d’Arte che le ha dato la spinta per intraprendere in seguito il suo percorso artistico.

Lo stile si è affinato e consolidato nel tempo, via via che maturava la sua ricerca, in un coesistere di figurativo simbolico e di astrattismo di stampo concettuale, che ben le si addice nella maggior libertà d’espressione.

L’indagine interiore e introspettiva si allarga all’osservazione della società e dei fenomeni contemporanei, nel loro continuo e veloce susseguirsi. Dalla sfera privata e personale e dalla sensibilità della coscienza nasce il bisogno di trasporre in espressioni artistiche i pensieri e le riflessioni che tale indagine induce. Percezioni, intuizioni, progetti, propositi, scelte, divengono urgenze da tradurre con immediatezza in messaggi che la tela può veicolare. Ecco che il mezzo espressivo si adegua alla necessità contingente e può orientarsi ad un astrattto gioco di colori o ad una più spinta simbologia, per giungere nel modo più diretto e più comprensibile all’osservatore.

Lavori quindi frutto di un lungo studio interiore e tecnico per arrivare a soluzioni che sono allo stesso tempo di piacevole fruizione e di intenso impegno concettuale.

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