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Scultupittura obbligata in bianco

Anno 2014

Tecnica mista su tela, cm. 100 x 104

Smalto e juta su tela. Supporto plasmato in eccesso, non è un estroflessione ne un’ espressione materica, ma solamente una mia personale espressione creativa e soprattutto rappresentativa di come la società in cui viviamo, ci sta portando ad un appiattimento di idee e a una globalizzazione sempre più forte. Quest’opera è la  conclusione di un ciclo di lavori ispirati al tema del “Grande Fratello” di G. Orwell, mai così attuale come adesso….. E’ una serie di una trentina di opere che partendo dal colore vanno sempre di più a svanire fino ad arrivare al monocromo che in questo caso rappresenta oltre ad un azzeramento ideologico, anche alla costrizione inconsapevole di una dittatura invisibile ma costantemente presente nella nostra vita.

Luca Barbieri , artista toscano, classe ’76, inizia a dipingere giovanissimo, ma solo negli ultimi anni ha intrapreso un percorso espositivo partecipando oltre a varie collettive , anche a mostre personali in tutta Italia.

Per molti anni ha lavorato come musicista e proprio per la sua passione per la musica, rappresenta i suoi cicli pittorici come veri e propri “concept album”, caratterizzati da sonorità , testi e arrangiamenti differenti.

Uno dei suoi LEIT MOTIV più raffigurativi è la bicicletta, tema figurale di spartiti mai descrittivi o didascalici anzi spesso quasi informali costruiti sul colore , la materia, e il senso di movimento nello spazio. Non a caso una sua opera è esposta in modo permanente al Museo “GINO BARTALI” di Ponte a Ema (Firenze).

Un legame che intercorre fin dall’infanzia:nato tra le biciclette ( il padre direttore sportivo) “corre” per molti anni , per poi subire per causa di una malattia che danneggia il senso dell’equilibrio, un lungo stop. Rivisitarla pittoricamente diviene un traslato dei significati di forza, sacrificio, dolore e coraggio che questo sport rappresenta.

Un’altro tema o “album”, come Luca preferisce definire, è quello ispirato e dedicato al romanzo di G. Orwell, 1984. Tele mai regolari, plasmate in eccesso o in difetto, con aggiunta di altra tela, una drastica riduzione dei colori, quasi un monocromo, volendo rappresentare la voglia di evadere, di pensare, ma allo stesso tempo, un appiattimento totale del nostro pensiero, in quanto viviamo in un mondo nel quale siamo costantemente controllati e gestiti da pochi eletti (Il partito del Grande Fratello) ai quali è impossibile ribellarci.

MOSTRE

2013:

– Collettiva presso “ Galleria Il Trittico” Roma.
– Collettiva presso “ Galleria Art Expertise” Firenze. A cura di Marina Volpi

2014:

– X Biennale di Roma, Sale del Bramante , piazza del Popolo , Roma.
– I Biennale della Creatività, Verona. Presentata da Vittorio Sgarbi
– Personale presso “Galleria d’arte Jelmoni”, Piacenza. A cura di Elena Jelmoni
– Personale presso “ Biblioteca Comunale di Pontassieve”,FI. A cura di Roberta Fiorini
– Opera esposta in modo permanente al Museo “Gino Bartali” loc.Ponte a Ema. Firenze.
– Collettiva presso “ galleria Il Melograno” Livorno
– Collettiva presso “ Oratorium del Purgatorio “ Ostuni BR. A cura di Cristiano Cervino

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