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Francisco Garden

La mia vanità

Anno 2015

Terra cotta paninatura bronzea su marmo nero, hlt 51 cm; peso 2,98 kg

“Dove esitano gli angeli”: con questa espressione così essenziale e densa di saggezza, Gregory Bateson alludeva ad un’identità fra Mente e Natura che coincideva con una verità che non poteva da lui non essere ravvisata come la religione o, in qualche modo, la dimensione integrale dell’esperienza che chiamava, appunto, “sacro”. Il sacro: che cosa rappresenta, come si vede, in quali modi si può incontrare? Dove, soprattutto? Se per sacro si intende, come Bateson sosteneva, lo “scheletro della verità”, allora possiamo sperimentarlo ogni volta che la coscienza acquisisce una profondità più ampia, ogni volta che qualcosa di esteriore si salda e reca in sé una nuova e ulteriore consapevolezza interiore.

In questa accezione, le opere di Francisco Garden ci offrono la possibilità di intraprendere questo percorso quasi spirituale di progressione verso un’idea di quella che è la figura umana: e questo, soltanto a guardare le sue sculture. Stilizzazione ed essenzialità di linea, fluidità eppure definizione del volume, solidità nell’affusolarsi continuo delle superfici: uno, due, tre corpi si manifestano in un divenire reciproco, sembra, quasi nascendo gli uni dagli altri o accorpandosi seppure in una scala dimensionale.

Per Francisco Garden dare forma è questione primaria: ciò che è plasmato, formato, concluso, modellato è il tramite in cui possiamo tradurre questa opera di rinvenimento. Sono forme snelle, sono volumi sinuosi, sono figure raffinate. Lo slancio verso l’alto, l’appartenenza ed insieme l’essere in tensione verso altro: questo fa delle sculture di Francisco delle creature terrigene e superne, sospese tra due dimensioni, portati simbolici tra due mondi, metafore compiute o ancora da compiersi, ponti di significato.

La Vanità ci porta ad esplorare il mito classico, Narciso e la questione della bellezza.

La bellezza porta senso. Infatti, la scultura per Francisco non può che essere un disvelare e recare messaggi: per lo più arcani, indecifrabili o indecifrati; e per lo più intrisi di una spiritualità plurivalente, che abbraccia la moltitudine delle forme della religiosità, da quella cristiana a quella pagana, colmando tutto l’ampio spettro del mistero del divino. Ufficialità di fede sfuggita o ritrovata: ciò che importa è l’autenticità, tuttavia. Una circolarità di messaggi, quindi, che viene da metadimensioni altre e giunge a quella terrena. Intuizioni, sacralità inviate e recepite, foreste di simboli, interpretazioni.

Ed anche a noi una riflessione comincia a crescere mentre assorti siamo a contemplare un mistero inesplicabile: quello che si cela nel sacro e nel bello.

Margherita Lollini

Bosco Francesco; in arte FRANCISCO GARDEN, nasce nel 1977 a Cosenza e cresce a San Lorenzo del Vallo (CS). Sin da bambino sviluppa un forte interesse per il disegno, infatti si diploma presso l’Istituto d’Arte di Castrovillari e prosegue gli studi laureandosi in D.A.M.S. con indirizzo Multimediale. Nel 2009 si trasferisce in Veneto, precisamente a Castelfranco Veneto (TV), dove grazie ad un amico originario del Brasile: JORGE NUNES; scopre la passione per l’argilla. Ispirazione, istintività e capacità di plasmare forme, portano l’artista a sviluppare un suo stile personale, muovendosi in stili differenti fra loro, passando dall’arte moderna all’arte sacra. Diverse sono le direzioni in cui l’artista sperimenta le sue abilità:                                                

ARTE MODERNA (Volti bianchi)

ARTE SACRA (Volti di Cristo)

ARTE SENSIBLIE (Spirit Tree)

ARTE PASSIONALE (Dalla Terra)

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